Cimentando i venti e l’onde è un laboratorio ideato per gli Studenti delle Scuole di Canto come corollario alla master class dedicata a Gemma Bellincioni, realizzata la scorsa primavera per ricordarne il centocinquantesimo anniversario della nascita. La poliedrica artista, nata a Monza nel 1864, condivise con Richard Strauss non solo l’anno di nascita ma anche la prima esecuzione italiana di Salomè al Teatro Regio di Torino nel 1906. Dopo le tre recite torinesi dirette dall’autore, ne seguirono più di un centinaio in Europa e nell’America del Sud e mai Gemma Bellincioni rinunciò a danzare la danza dei sette veli:
“…E tutta mi sentivo assorta nelle mie ricerche, nello scoraggiamento del dubbio che molte volte mi assaliva e a questo si aggiungeva, lo confesso, la paura di voler abusare, del possibile, per una cantante, di trasformarsi anche in danzatrice, poiché la danza dei sette veli costituiva tutta la estrinsecazione di una nuova arte, che doveva rasentare il più possibile la perfezione…”
(da Io e il palcoscenico, Milano 1920).
Sarà grazie alle Integrated Oriental Dance Techniques for Breathing Skill – metodo messo a punto da Marianna De Rosa, Mrj-ima per gli addetti ai lavori – che si metteranno le basi di una mappatura psicofisica in questo nostro andar per melodramma nello stil de’ viaggiatori.
Giocoso pretesto per i noiosi protocolli esercitativi previsti dal Metodo di Formazione Vocale Integrata, il tema delle “turcherie”, dirigendoci intuitivamente verso Il Ratto dal Serraglio di Mozart e le rossiniane L'Italiana in Algeri e Il Turco in Italia.
Nelle tappe del viaggio dedicate all’articolazione sillabica, al controllo pneumofonico e alla memorizzazione, saranno Cristina Mantese e Liliana Tami a fissare gli itinerari di ogni gruppo di turisti vocali, cui suggeriamo di salire puntualmente al quinto piano del Conservatorio in abbigliamento comodo sportivo.
Cristina Mantese, Liliana Tami e Marianna De Rosa.